FAMOUS ARTISTKeith Haring

“Mio padre realizzava per me personaggi dei cartoni animati, e questi erano simili a come disegnavo io – con un’unica linea e un contorno fumettistico”

«Un giorno, viaggiando in metropolitana, ho visto un pannello che doveva contenere un messaggio pubblicitario. Ho capito subito che quello era lo spazio più appropriato per disegnare. Sono risalito in strada fino ad una cartoleria e ho comprato una confezione di gessetti bianchi, sono tornato in metropolitana e ho fatto un disegno su quel pannello. Era perfetto, soffice su carta nera; il gesso vi disegnava sopra con estrema facilità»

Nonostante la sua morte prematura, l’immaginario di Haring è diventato un linguaggio visuale universalmente riconosciuto del XX secolo. Le sue opere fanno ricorso a uno stile immediato e festivo e sono popolate da personaggi stilizzati e bidimensionali, quali bambini, cani, angeli, mostri, televisori, computer, figure di cartoon e piramidi; iconico, in tal senso, è l’utilizzo di colori molto vividi e accattivanti che ricordano quelli usati dalla grafica pubblicitaria, l’adozione di una spessa linea di contorno ridotta all’essenziale che circoscrive le anzidette figure.

La sua iconografia apparentemente infantile veicola messaggi semplici, chiari e immediatamente intellegibili che riguardano diversi temi scottanti della sua epoca, quali il capitalismo, il razzismo, l’ingiustizia sociale, l’apartheid, il riarmo nucleare, la droga e l’AIDS, non mancando di affrontare anche argomenti come l’amore, la felicità, la gioia e il sesso.

La versatilità delle opere di Haring trascende i mezzi espressivi tradizionali, tanto che per dare sfogo al proprio inesauribile estro artistico egli non esitò a sfruttare qualsiasi elemento avesse portata di mano: le sue opere sono tracciate su muri, carrozzerie di automobili, teloni in vinile, capi di abbigliamento, carta, plastica recuperata dagli scarti, e tela.

Haring, infatti, perseguiva un modello di «arte per tutti», desiderando di mettere le proprie opere a disposizione del più grande pubblico possibile; ciò era possibile soltanto portando l’arte al di fuori dai musei e dalle gallerie, e ignorando le regole imposte dal mondo del mercato.

fonte: Wikipedia